Le fasi della riflessione filosofica di Edith Stein sono qui ripercorse mostrando come l’illustre pensatrice abbia saputo affrontare con rigore e passione le domande essenziali sul senso dell’esistenza giungendo a sviluppare, con il riferimento coerente a una metodologia d’indagine di matrice fenomenologica, un’antropologia filosofica propria, in grado di cogliere la realtà più profonda della natura e della vita dell’uomo.
La ricerca della Stein, approfondendo i temi della teoria della conoscenza dal punto di vista della coscienza umana, approda all’esperienza religiosa quale condizione indispensabile a gettar luce sulla stessa pretesa della ragione di intuire la totalità della realtà e delinea una prospettiva cristiana della filosofia che mantiene grande interesse e valore per l’uomo contemporaneo.
Il presente studio intende indagare sul senso dell'essere umano attraverso un metodo sviluppato principalmente da E. Husserl, e poi approfondito dalle sue discepole E. Stein, Conrad Martius e Gerda Walther. Tale metodo d'indagine filosofica, definito fenomenologia, analizza in primis il senso dell'oggetto che si manifesta alla percezione umana e successivamente individua il terreno degli Erlebnisse (ciò che dall'io è vissuto, "vivenzia") permettendo così di cogliere l'essenza della coscienza del soggetto stesso. Il vissuto religioso, in particolare, è studiato da E. Stein, qui anche a confronto con C. Fabro, Gerda Walther e A. Ales Bello che, riprendendo la coscienza dell'essere limitato in quanto essere umano, sviluppano l'analisi dell'Alterità dell'Illimitato come Trascendente ma di cui noi possiamo parlare in quanto ne abbiamo le tracce.